In Italia, il patrimonio architettonico moderno e contemporaneo è ancora poco riconosciuto, oggetto di alterazioni o di demolizioni.
La sua tutela si scontra con apparati normativi e gusti correnti, e con un pregiudizio negativo spesso formatosi nell’opinione pubblica.
Questo patrimonio è spesso oggetto di profonde alterazioni, o di demolizione.
Accade anche in Puglia, nonostante le iniziative regionali per l’architettura moderna e industriale.
Se l’estensione del concetto di patrimonio culturale (cultural heritage) a queste eredità del più recente passato è acquisita per la comunità scientifica, molte opere restano ‘a rischio’.
E più di altre, reclamano attenzione quelle in abbandono (in disuso, incompiute, in rovina), esposte all’oblio e al pericolo di manomissione o di cancellazione, anche per la disattenzione (o talvolta, disaffezione) dell’opinione pubblica per i caratteri propri del Moderno di cui molti di questi edifici sono espressione.
Riconoscere e risignificare ciò che resta del Moderno è una sfida di urgente attualità: questo patrimonio in abbandono può essere sottratto al degrado e tornare a essere un materiale vivo, una memoria costruita disponibile per esplorare nuovi approcci e tecniche per il riuso e il restauro, per la rigenerazione e lo sviluppo sostenibile delle nostre città, territori e paesaggi.